Tommaso Gaglia

Incontro-e-scoperta La scrittrice canadese Anne Carson scriveva questa frase nel suo libro “L’antropologia dell’acqua”. L’antropologia “è la scienza della reciproca sorpresa”, spiega l’autrice presentando il suo libro, è la cronaca di un “incontro” piuttosto che una “scoperta”.

Tutto ciò per incominciare a raccontare il mio viaggio: anche la mia sarà la cronaca di un incontro con un grande istruttore e con un nuovo modo di andare in acqua.
Caricata la macchina con tutte le attrezzature, mercoledì 2 gennaio 2016 mi dirigo da Torino verso Brescia per cominciare il corso Side Mount con Nicola Ferroni.
Impeccabile nell’organizzare tutto, Nicola mi accoglie al casello di Manerbio con un caldo sorriso e subito ci scaldiamo con un buon caffè e alcune pizzette deliziose.
Nella tarda mattinata cominciamo con la parte teorica, un dettagliato percorso storico che ha portato alla configurazione moderna partendo dalla configurazione delle bombole all’inglese. Analizziamo i vari sistemi presenti ad oggi sul mercato elencandone pregi e difetti per poi passare a capire il funzionamento del sistema Alien, creato dalle sapienti mani di Alberto Costa ma frutto di tutta l’esperienza di Nicola.
Verso le 14:00 siamo al lido delle Tavine a Salò (Bs) per la prima immersione di ambientamento.
Montati gli erogatori sulle due bombole, indossate le mute stagne siamo in acqua; un dettagliato briefing di Nicola mi illustra gli esercizi che faremo e gli obiettivi di questa prima sessione in acqua.
Con noi in acqua ci saranno due amici di Nicola, uno come mio buddy e una come video operatrice per meglio capire, nel successivo de-briefing, gli errori commessi.
Messa la testa sott’acqua mi sento strano, il posto mi è familiare e tutto sembra normale come centinaia di altre volte in cui mi sono immerso nei laghi, ma qualcosa è diverso…

«Non sento addosso le bombole!»
Ci va qualche minuto per capire e per dimenticare le sensazioni ormai metabolizzate, poi iniziano gli esercizi.
Sotto l’occhio attento di Nicola svolgiamo tutto il programma e dopo 75 minuti mettiamo la testa fuori dall’acqua.
La seconda giornata, Domenica 3 gennaio, comincia presto; è ancora buio quando carichiamo le bombole in macchina e puntiamo di nuovo verso il lago. Oggi aggiungiamo altri equipaggiamenti alla nostra dotazione in un crescendo di complicazioni fino a fine corso.
Il menù di oggi prevede un ripasso di quanto visto il giorno prima con alcune complicazioni, i valve-drill e i safety-drill cominciano a diventare familiari anche in questa nuova configurazione.
Usciti dall’acqua continuiamo con le lezioni di teoria e approfondimenti sulla configurazione delle attrezzature, ogni singolo particolare ha una sua motivazione e nulla è messo a caso. In tanti anni Nicola ha creato un sistema minimalista ma completo; ti permette di affrontare le esigenze che si possono presentare nelle condizioni più impegnative.
Dopo l’immersione però ci siamo dedicati al reintegro delle energie consumate, siamo sotto Natale e la dieta può aspettare.
Un’ottima bistecca ed un bicchiere di rosso locale mi hanno rimesso in sesto dopo l’immersione.
Dopo una sosta al centro ricariche terminiamo la teoria prima della cena.
Lunedì 4 gennaio, si comincia a fare sul serio.
Oggi il programma prevede di inserire la terza bombola per aumentare la scorta di gas e permettere maggiori tempi di fondo. La tecnica è completamente diversa rispetto al “back mount”; le stage rimangono aderenti al corpo, molto idrodinamiche e facili da gestire … ma occorre un po’ di pratica …
Dopo 160 minuti consecutivi d’acqua ho capito come si dovrebbe fare a movimentare la terza bombola nelle varie situazioni.

«Ora tocca imparare a farlo davvero!»
Martedì 5 Gennaio … qui si stà facendo difficile …
Al mattino ci raggiungono al lago i “Bologna side boys”, due amici bolognesi con il comune vizio di portare le bombole sui fianchi. Mentre io e Nicola continuiamo il corso, loro saranno in acqua a fare una immersione di piacere.
Oggi abbiamo sette bombole per due subacquei e sono previste penetrazioni impegnative … chissà se ci riuscirò!
Dopo un ripasso delle lezioni precedenti ci avventuriamo verso alcuni dei relitti presenti nella baia di Salò.
Vedo Nicola togliersi le bombole e passare in una spaccatura di una barca larga meno delle sue spalle.

«Il primo pensiero è: da lì non ci passerò mai!»
Metto in pratica quanto imparato nei giorni precedenti, mi tolgo le bombole non necessarie e rimango con solo una bombola addosso. Faccio transitare le bombole nello stretto passaggio e poi via mi infilo con decisione … ci sono passato. Una risata riecheggia nell’erogatore e molto soddisfatto ricevo i complimenti da Nicola.
Mercoledì 6 Gennaio … comincio a prenderci gusto!
Oggi esame finale: tuffo lungo con stage e penetrazioni.
Assieme agli amici bolognesi andiamo sul relitto Berardi, qui comincia il delirio … ogni buco è nostro, entriamo ed usciamo da ogni passaggio: finestre ed oblò sembrano autostrade e noi, con il sidemount, sembriamo senza limiti.
Il computer si ricorda però delle immersioni lunghe dei giorni precedenti e dopo un po’ ci richiama all’ordine, la festa è finita ci tocca risalire.
La risalita ovviamente è condita da qualche “scherzo” dell’istruttore burlone che simula nuovamente tutta la serie di possibili problemi che si possono incontrare sott’acqua.
Smaltita la decompressione siamo fuori, felici, soddisfatti e tutti molto carichi!
Ora è il momento di fare festa!
Fuori le griglie! Salamelle, bistecche, vino e formaggio sono tutti per noi.

«Un’impressione a freddo.»
Sono state immersioni faticose ma sicuramente costruttive. Tutto quello che ho imparato e perfezionato da un’immersione all’altra si è fissato indelebilmente nella mente e nei muscoli. Questo susseguirsi di esercizi in acqua e commenti all’asciutto mi ha permesso di prendere coscienza degli errori e di memorizzare, in conseguenza, le correzioni.
Nicola si è rivelato essere un iron-man mascherato da istruttore, mai stanco e con un’inesauribile energia. Data la sua esperienza, ha sempre una risposta per tutte le domande e, ben presto, non ho più avuto dubbi: il side mount è la strada che voglio percorrere.
Le bombole sono sempre completamente raggiungibili ed il controllo sull’attrezzatura è totale, qualsiasi evenienza può essere gestita semplicemente e con efficacia. Le procedure sono le stesse applicate in back mount da subacquei hogartiani, permettendo così di immergersi in team misti.
Potendo procedere senza le bombole vincolate al corpo si riesce a passare agevolmente in posti dove, chi porta le bombole sulla schiena, rischia di danneggiare la propria attrezzatura.
Last but not least … il sidemount è divertente!